Carla Bietta, Epidemiologia – Dipartimento di Prevenzione USL Umbria 1
Con la collaborazione di:
Ubaldo Bicchielli, SSD Epidemiologia – Dipartimento di Prevenzione USL Umbria 2
Marco Cristofori, SSD Sorveglianza e Promozione della Salute – Dipartimento di Prevenzione USL Umbria 2
Sintesi dei risultati
L’Italia è il primo produttore di tabacco d’Europa; la Campania, l’Umbria, il Veneto e la Toscana sono le regioni nelle quali la tabacchicoltura è maggiormente sviluppata e che recentemente hanno previsto specifici investimenti al riguardo.
Dal 2002 in Italia la vendita delle sigarette si è progressivamente ridotta (analogamente al consumo medio giornaliero di sigarette) mentre è aumentata quella dei trinciati (in particolare dal 2009).
I dati ISTAT mostrano una continua diminuzione della percentuale di fumatori tra i maschi e una sostanziale stabilità del dato tra le femmine. L’abitudine al fumo, inoltre, si conferma più alta tra i maschi anche se per alcune fasce d’età (14-17 anni e 55-59 anni) la differenza tra i due sessi si riduce.
Dalla Sorveglianza PASSI emerge che l’Umbria ha una percentuale di fumatori significativamente più alta rispetto al resto d’Italia (soprattutto tra le femmine) e che la prevalenza di fumatori nel tempo è rimasta sostanzialmente stabile, dato in contro tendenza con il dato italiano per il quale invece si registra una significativa riduzione.
Circa un terzo dei 18-69enni umbri fuma. In particolare, questa abitudine è più diffusa tra fra i giovani adulti, tra gli uomini, tra le persone più svantaggiate economicamente e tra coloro che hanno una scolarità media.
La prevalenza di fumatori è inoltre consistente anche tra coloro che presentano patologie croniche o altri fattori di rischio (almeno 1 fumatore su 4 affetto da patologia o con fattore di rischio).
La percentuale di ex fumatori risulta significativamente superiore rispetto al dato nazionale, a conferma dalla maggior “storia di fumo” presente nella nostra regione.
Meno del 50% dei fumatori ha riferito di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un operatore sanitario, evidenziando un livello di attenzione al problema da migliorare.
Quattro fumatori su dieci hanno tentato di smettere di fumare. Tra i metodi utilizzati per smettere di fumare, resta veramente esiguo il ricorso al sostegno specialistico offerto dalla aziende sanitarie, così come l’utilizzo di farmaci e sostituti della nicotina.
Oltre l’85% degli umbri dichiara che il divieto di fumare nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro è rispettato sempre o quasi sempre, dato significativamente inferiore rispetto alla media nazionale.
Anche l’esposizione al fumo passivo in ambito domestico risulta frequente: un intervistato su tre dichiara che è ammesso fumare nella propria abitazione; la situazione migliora nelle case in cui vivono minori di 15 anni, anche se in due abitazioni su dieci c’è comunque la possibilità di fumare. Anche in questo caso le percentuali sono significativamente inferiori rispetto al dato medio nazionale.
Il rapporto 2017 è stato presentato in occasione del Convegno “Polmoni in fumo” che si è svolto il 30-09-2017 presso il centro congressi della CCIAA di Perugia.