Città di Castello, 01 ottobre 2019 – Non soltanto l’aggiornamento clinico-scientifico, l’impegno con i pazienti e la vita in corsia. I medici di nefrologia della Usl Umbria 1 hanno anche una forte sensibilità di sapore artistico che, nell’ambito della cosiddetta medicina narrativa, gli consente di coltivare quelle capacità empatiche e di ascolto fondamentali non soltanto per curare la malattia ma per prendersi cura della persona a 360 gradi con le sue emozioni, paure, speranze. Lo hanno dimostrato anche nella seconda edizione del concorso nazionale di Nefrologia Narrativa Quirino Maggiore.
Il dottor Alessandro Leveque, responsabile della struttura di Nefrologia dell’ospedale di Città di Castello, infatti, ha vinto il primo premio della sezione Narrativa con il racconto intitolato “D’un sorso”. Il dottor Giovanni Ciao, responsabile della Nefrologia dell’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino, si è invece aggiudicato il sesto posto della sezione Foto con “Posso aiutarti?”.
La premiazione del concorso, organizzato dal Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche e l’Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto (Aned), si è svolta a Firenze il 22 settembre. Il premio punta a sviluppare la medicina Narrativa, un approccio che parte dalla necessità di umanizzare la pratica medica al fine di rendere più efficace l’intero percorso di cura.
Narrare la propria malattia contribuisce a lenire la sofferenza e a migliorare ed ottimizzare il trattamento. Con le numerose restrizioni e la complessità della terapia, il paziente a volte può arrivare a rifiutarsi di collaborare e la medicina narrativa può essere un valido e concreto aiuto per i pazienti, i familiari e anche i medici che vivono la malattia renale cronica.