Il test di screening (Pap-test)
Il test consiste nel prelievo, eseguito da una ostetrica, tramite una spatola e uno spazzolino monouso, di alcune cellule di sfaldamento dal collo dell’utero; il materiale cellulare viene posto in un contenitore con del liquido di fissaggio. L’esame non è doloroso e non espone a
nessun pericolo.
Il risultato del test viene comunicato per posta. Se il Pap-test è negativo la donna viene invitata di nuovo a fare un test di screening dopo 3 anni.
L’approfondimento
Se il Pap-test risulta anomalo e presenta alterazioni di “basso grado” (ASCUS o LSIL) sarà eseguito un test di approfondimento utilizzando lo stesso campione già prelevato, senza necessità di richiamare la donna. Qualora il secondo test risulti positivo la donna verrà invitata ad eseguire una colposcopia (esame che permette la visione ingrandita
del collo dell’utero tramite uno strumento ottico) che sarà prenotata direttamente dall’ostetrica.
Se, invece, il test è negativo la donna verrà richiamata dopo 3 anni.
Nel caso di anomalie con alterazioni di “alto grado” (HSIL) la donna viene invitata direttamente ad eseguire una colposcopia di approfondimento che, anche in questo caso, sarà prenotata direttamente dall’ostetrica. Nella maggior parte dei casi un test anomalo non significa avere un tumore del collo dell’utero, ma che sono presenti alterazioni curabili in maniera semplice e non aggressiva.
Il percorso di cura
Nel caso in cui dagli accertamenti emergano patologie, il Centro di colposcopia prende in carico la donna eseguendo i trattamenti necessari, di solito ambulatoriali ed i successivi controlli periodici programmati.
È importante rispettare i controlli programmati, proposti alla giusta scadenza. Solo in questo modo la prevenzione sarà efficace.
23/05/2023
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