Progetto “Mi prendo cura! USL Umbria 1 – Un luogo di lavoro che promuove salute”

Descrizione

Favorire la diffusione di corretti stili di vita e l’adozione di scelte salutari tra i dipendenti della USL Umbria 1 sono gli obiettivi del progetto di Promozione della Salute “Mi prendo cura”.
Il programma, previsto dal Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025 – Luoghi di lavoro che promuovono salute, viene sperimentato a partire da due sedi operative aziendali, ovvero presso il Presidio Ospedaliero Alto Chiascio e la Casa di Comunità di Marsciano – Distretto Media Valle del Tevere, con lo scopo di mettere in atto interventi efficaci che possano agire globalmente sui diversi fattori di rischio delle malattie croniche non trasmissibili.

Il progetto si prefigge di avviare un percorso partecipato e condiviso da tutti gli interessati, volto a migliorare gli stili di vita dei lavoratori ed aumentarne il benessere lavorativo.

Nella prima fase di lavoro il gruppo di lavoro a capo del progetto, individuato dalla Direzione aziendale, ha inteso confrontarsi con gli operatori delle sedi coinvolte mediante la somministrazione di un questionario volto ad individuarene le abitudini di vita così da  avere un’opportunità di scambio e riflessione.

Verrà a breve avviata anche una campagna informativa finalizzata a promuovere semplici comportamenti da adottare nel quotidiano, partendo dall’ambiente lavorativo; seguiranno momenti di coinvolgimento e approfondimento, aperti a tutti i dipendenti, che permetteranno di individuare e mettere in atto azioni, strutturate e validate, in grado di incidere positivamente sulla nostra salute.

Il progetto verrà poi successivamente esteso alle altre sedi aziendali.

La promozione di una corretta alimentazione è un obiettivo di sanità pubblica perseguito con progetti e interventi specifici sia a livello europeo sia a livello italiano.
Le informazioni che i professionisti e la popolazione hanno a disposizione sui benefici di una corretta alimentazione sono molteplici e certe. La sfida è tradurre queste conoscenze in interventi, strategie, programmi e politiche, che possano aiutare a promuovere scelte salutari.
I medici e gli operatori sanitari giocano in questo senso un ruolo chiave per suggerire gli interventi nutrizionali più adatti nonché per migliorare la consapevolezza che un’alimentazione sana è essenziale per il mantenimento di un buon stato di salute. Loro compito è anche verificare il livello di rischio individuale, raccogliere informazioni sulle singole abitudini alimentari, comunicare adeguatamente i rischi e i benefici associati ad una dieta equilibrata, offrire indicazioni personalizzate in base a sesso, età e condizioni individuali. Il counselling integrato rappresenta un valido strumento operativo di relazione, tra operatore sanitario e cittadino, per facilitare processi di cambiamento.

A sostegno di queste azioni è però fondamentale mantenere la funzione di testimonial consapevoli, per questo iniziare a prendersi cura della propria alimentazione prestando particolare attenzione alla scelta degli alimenti e delle regole base su cui costruire la propria alimentazione partendo dal momento in cui stiamo fuori casa cioè al lavoro.

Qui le informazioni ed i consigli pratici per adottare una sana alimentazione a partire dal nostro ambiente di lavoro, raccolti nell’ambito del lavoro di co-progettazione grazie alla collaborazione con il le dietiste, i nutrizionisti della nostra azienda con i dipendenti della Casa di Comunità di Marsciano e dell’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino.

 

Altro materiale utile nei link sottostanti

Per mantenersi in buona salute è necessario “muoversi” cioè camminare, ballare, giocare, andare in bicicletta. La sedentarietà abituale, oltre a predisporre all’obesità, può compromettere altri aspetti della salute. Uno stile di vita poco attivo è un fattore di rischio per patologie come la cardiopatia coronarica, il diabete e il tumore al colon.

Ricordati, una vita attiva è lo strumento migliore per prevenire molte patologie!

Alcuni consigli:

  • cerca di essere meno sedentario, la sedentarietà predispone all’obesità;
  • bambini e ragazzi devono muoversi sia a scuola sia nel tempo libero, meglio se all’aria aperta;
  • l’esercizio fisico e fondamentale anche per gli anziani;
  • muoversi significa camminare, giocare, ballare e andare in bici;
  • se possibile, vai al lavoro o a scuola a piedi o in bicicletta;
  • se puoi evita l’uso dell’ascensore e fai le scale;
  • cerca di camminare almeno 30 minuti al giorno, tutti i giorni, a passo svelto;
  • sfrutta ogni occasione per essere attivo (lavori domestici, giardinaggio, portare a spasso il cane, parcheggiare l’auto più lontano);
  • pratica un’attività sportiva almeno 2 volte a settimana (o in alternativa usa il fine settimana per passeggiare, andare in bici, nuotare, ballare).

Per sostenere l’abitudine ad uno stile di vita attivo sono presenti iniziative raccomandate come ad esempio “progetto scale per la salute”, “gruppi di cammino”, iniziative che hanno una ricaduta di salute sia in termini strettamente sanitari (prevenzione patologie cronico degenerative, miglioramento ambientale, ecc.) che psico-sociali (maggiore consapevolezza e responsabilità civile, educazione all’autonomia, promozione della socializzazione, ecc.) con un impatto non solo sulla popolazione che vi partecipa (giovani, anziani, portatori di patologia, ecc.) ma anche sui volontari coinvolti (con il ruolo di “walking leader” nei Gruppi di cammino), sulle amministrazioni locali determinanti nella realizzazione e nella gestione sul campo.

Promozione dell’uso delle scale
è uno degli interventi più semplici ed efficaci nel contrastare la sedentarietà.
Revisioni sistematiche della letteratura scientifica hanno infatti dimostrato che richiami scritti all’uso delle scale, in sostituzione dell’ascensore o delle scale mobili, collocati in punti strategici, spingono le persone a essere più attive.
L’intervento si è dimostrato efficace nelle più varie situazioni (grandi magazzini, stazioni, biblioteche universitarie, banche, uffici) e nei diversi gruppi di popolazione considerati: uomini e donne, giovani e anziani, normopeso e obesi.

Gruppi di cammino
Sono gruppi di persone che si ritrovano regolarmente in un luogo definito per camminare insieme, inizialmente guidati da operatori e poi via via resi autonomi.
Il programma ha recentemente ottenuto il il riconoscimento di Buona pratica trasferibile”.

Mi prendo… una pausa attiva!

L’Organizzazione mondiale delle sanità raccomanda agli adulti, tra i 18 e i 64 anni, di eseguire minimo 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità lieve/moderata a settimana, a cui aggiungere attività di rinforzo dei principali gruppi muscolari, almeno 2 volte a settimana, al fine di ottenere i benefici propri dell’attività fisica, primo tra tutti, mantenere lo stato di salute.

E’ importante però sottolineare che le persone sedentarie ottengono benefici anche con quantità di attività fisica minime: praticare attività fisica è sempre utile, anche al disotto dei livelli raccomandati MEGLIO POCO CHE NIENTE.

Dal progetto “Mi prendo Cura” all’azione

Il progetto, coordinato dalla Rete aziendale per la Promozione della Salute per la realizzazione del Programma PP03 del Piano Regionale di Prevenzione delle Regione Umbria, nasce in esito agli incontri  di progettazione-azione realizzati con i dipendenti che afferiscono alla Casa di Comunità di Marsciano e al Presidio Ospedaliero di Gubbio – Gualdo Tadino, sul tema dell’attività fisica nel proprio luogo di lavoro.

L’obiettivo era quello di individuare, tra le buone pratiche relative al movimento, presenti in letteratura, delle azioni semplici per contrastare la sedentarietà, prevenire e migliorare i disturbi muscolo-scheletrici e, più in generale, aumentare il benessere psicofisico e la socializzazione durante l’orario di lavoro.

Semplici esercizi per tenere in movimento il corpo, per prevenire e migliorare i dolori, tensioni muscolari e articolari

La “pausa attiva” è una breve interruzione dell’attività lavorativa all’interno della quale si possono eseguire esercizi semplici adattabili alle capacità fisiche di ognuno di noi. Questi esercizi possono essere svolti in qualsiasi momento della giornata, mentre si è seduti alla scrivania o in piedi, in ufficio o in reparto.

A supporto dell’introduzione delle Pause Attive il servizio aziendale di medicina dello sport in collaborazione con gli operatori ANAM ha realizzato dei brevi video, che illustrano come eseguire in sicurezza gli esercizi per ciascun distretto corporeo.

I video sono a disposizione di tutti i lavoratori dell’Azienda.

Puoi scegliere gli esercizi che più ti piacciono o quelli più adatti a migliorare piccoli dolori, tensioni e rigidità muscolari integrandoli nella tua routine quotidiana; non avere fretta, grandi cambiamenti iniziano con piccoli passi.

Contatti

Per info e consigli è possibile scrivere all’indirizzo

antonellamaria.primerano@uslumbria1.it, medsport.pg@uslumbria1.it

a cui risponderanno i medici del Servizio di Medicina dello Sport di Perugia

oppure all’indirizzo….assoanam@gmail.com che fa capo all’Associazione ANAM ASD, che ha attiva una convenzione con la USL Umbria 1 e svolge le proprie attività principalmente presso le palestre di Magione, dell’Ospedale Media Valle del Tevere di Pantalla e del Centro Servizi Grocco a Perugia o chiamare il num. 334 8474591 Barbara Sebastiani, presidente dell’associazione ANAM.

Guarda i video

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DESCRIZIONE:

Il consumo di tabacco (tabagismo) rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il fumo

di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile. L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo, fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo.

Il fumo uccide una persona ogni sei secondi ed è a tutti gli effetti un’epidemia fra le peggiori mai affrontate a livello globale. Il totale dei decessi entro il 2030 potrebbe raggiungere quota 8 milioni all’anno e si stima che nel XXI secolo il tabagismo avrà causato fino a un miliardo di morti.

Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco in Italia dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno. In generale, va considerato che la qualità di vita del fumatore è seriamente compromessa, a causa della maggiore frequenza di patologie respiratorie (tosse, catarro, bronchiti ricorrenti, asma ecc.) e cardiache (ipertensione, ictus, infarto ecc.) che possono limitare le attività della vita quotidiana.

In questi anni a livello sia nazionale che internazionale si stanno sempre più sviluppando interventi di prevenzione e di cura per affrontare questa “epidemia” in modo complessivo.

Smettere di fumare

Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio per la salute perché provoca danni a quasi ogni organo del corpo.

In Italia costituisce la terza causa di perdita di salute, preceduta dalla scorretta alimentazione e dall’ipertensione.

In Umbria l’abitudine al fumo  continua a rappresentare un punto critico. Si osserva infatti una quota di fumatrici superiore rispetto alla media italiana già tra le mamme che allattano. Tra gli adolescenti il 7% dei 15enni e 15% dei 17enni fuma tutti i giorni; emerge inoltre in questa fascia di età una quota di fumatori di sigaretta elettronica (3-4%).

La popolazione adulta umbra continua a mostrare percentuali di fumatori superiori alla media nazionale: in particolare più di ¼ dei 18-69enni e oltre 1 ultra64enne su 10 è fumatore, fumando in media 12 sigarette al giorno.

Mentre la percentuale di fumatori in Italia continua a ridursi lentamente ma significativamente, l’analisi del trend temporale per l’Umbria mostra una sostanziale stabilità del dato nel tempo.

Migliora invece nel tempo anche in Umbria il rispetto del divieto di fumo nei luoghi di lavoro e in casa.

Ancora bassa l’attenzione degli operatori al fumo: solo 1 fumatore su 2 riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario.

Il fumo provoca danni anche a chi lo respira passivamente, aumentando il rischio di ammalarsi per patologie legate all’inalazione di tabacco. I più esposti agli effetti nocivi del fumo passivo sono i bambini la cui salute è messa a rischio dalle madri che fumano durante la gravidanza.
l’Umbria è la seconda regione per quota di fumatrici durante l’allattamento (10,3%)

Che succede quando smetto di fumare?
Smettere di fumare dà un beneficio immediato. Fin da subito la pressione del sangue e i battiti cardiaci tornano alla normalità. Poi, con il passare dei giorni, i bronchi ed i polmoni si liberano dal fumo e respirare diventa più facile. Con gli anni si riducono i rischi di tumore ai polmoni e di attacco cardiaco, che ritornano ai livelli dei non fumatori.

Come posso smettere di fumare?
Smettere di fumare non è impossibile, tutt’altro. Per smettere di fumare è senza dubbio essenziale la forza di volontà personale. Possiamo poi aiutarci con buone prassi come evitare di portare con sé le sigarette, frequentare luoghi dove si fuma, svolgere una regolare attività fisica e rispettare una corretta alimentazione.
E’ inoltre possibile seguire dei percorsi di disassuefazione al fumo organizzati presso i centri antifumo delle Aziende sanitarie in cui operano medici, psicologi e personale specializzato.

La politica per il controllo del tabagismo nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale

Fondamentale per la lotta al tabagismo è il coinvolgimento delle strutture sanitarie e del personale che in esso opera. Gli operatori che lavorano negli ospedali svolgono un importante ruolo nella promozione alla salute, sia in quanto raggiungono un’alta percentuale di popolazione, sia in quanto hanno l’opportunità di aiutare i fumatori a smettere di fumare. Rappresentano, inoltre, dei modelli in termini di comportamento e stile di vita e possono quindi assumere il ruolo di modello di non fumatore.

Sebbene Legge 3/2003, che vieta il fumo in luoghi pubblici, sembra aver trovato buona applicazione nelle strutture ospedaliere, raccogliendo un elevato consenso tra il personale sanitario-amministrativo dell’ospedale, nonché tra i pazienti ed i visitatori, permangono tuttavia delle difficoltà.

A questo scopo la nostra Azienda, così come le altre aziende Sanitarie, ha predisposto una specifica  Policy sul Fumo nella quale trovano coordinamento le iniziative contro il fumo vengono definiti protocolli e procedure in tema di fumo.

Un’azienda che promuove salute si basa su lavoratori sani in un ambiente favorevole, promuove un’immagine positiva e attenta ai bisogni del personale e migliora il clima aziendale. Una delle aree di intervento riconosciute come prioritarie nell’ambito dei programmi di promozione della salute è la prevenzione e il contrasto all’abitudine tabagica, l’avvio dei fumatori a corretti ed efficaci metodi di disassuefazione, il loro supporto nella fase di follow-up e la prevenzione delle eventuali “ricadute”.

POLICY USL Umbria 1 AZIENDA LIBERA DAL FUMO

Perché un’Azienda libera dal tabacco?

I dati scientifici dimostrano come le aziende in cui si attua una chiara politica “smokefree” hanno una minor prevalenza di fumatori tra il personale.

I dipendenti di aziende senza fumo hanno infatti periodi di astensione dal fumo più lunghi, riducono il grado di dipendenza da nicotina e hanno maggiori probabilità di successo nei loro tentativi di cessazione. A questo si aggiungono tutti i benefici della creazione di contesti e sistemi che rafforzano l’applicazione delle leggi e delle norme sulla protezione dai danni da fumo e l’adozione di atteggiamenti utili alla salute.

Ultimo aggiornamento
07/01/2025
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